Last Updated on Novembre 2021 by Riccardo Francesconi
Bisogna essere obbiettivi: non ci sono più le stagioni di una volta (ahahaha). Spesso quando si pensa all’autunno si pensa subito a giornate che si fanno nuvolose, alle prime brezze e a alberi dai colori accesi. Forse è vero, ma non del tutto, ecco perché ho pensato alla Vienna.

La bocca di un uomo completamente felice è piena di birra.
Massima dell’Antico Egitto
Ma l’autunno inizia quando ancora c’è voglia di andare al mare, quando si può fare ancora un tuffo nell’acqua salata. Per carità le giornate sono più brevi, ma questo non significa freddo, anzi, c’è ancora voglia di aperitivi rinfrescanti e serate all’aperto.
Allora ho pensato a una birra che fosse leggera ed equilibrata, ma che in qualche modo annunciasse i toni dell’autunno: ecco la Vienna con il suo colore ramato.
Da tenere a mente:
lo stile Vienna ha un grande equilibrio. I malti lievemente tostati si fondono con l’erbaceo delicato dei luppoli europei. Una birra a bassa fermentazione dai toni tiepidi e puliti.
È facile immaginare dove la storia della Vienna affonda le sue radici. La capitale asburgica fu il teatro di questa nascita non scontata e che racchiude in se tanta innovazione per l’epoca.
Il signor Anton Dreher voleva innovare il modo di produrre birra nella sua città. Così cercò di convogliare in un unica birra le tecniche che ritenne le migliori per quell’epoca.
Nacque la Vienna una birra di grande equilibrio, leggera, dal corpo moderato e maltato e dai profumi delicati.
Con un corpo così, la Vienna s’intona facilmente ad una bevuta copiosa adatta per le giornate nelle quali il termometro non si decide ancora a scendere, ma allo stesso tempo i profumi di malto, frutta secca e frutta disidratata ci riscaldano delle prime brezze.
La birra che Anton Dreher aveva in testa necessitava di malti di grande eccellenza e così andò a carpire i segreti per produrli a Londra.
Alla ricerca dei malti perfetti
In Inghilterra d’altronde fin dal 1600 , si studiarono svariati metodi per l’essiccazione del malto per produrre malti chiari. Una serie di eventi storici fece si che le birre più vendute fossero scure come la Porter, ma fin dal 1600 nel Derbyshire si iniziarono a studiare metodi per produrre malti chiari. Uno dei metodi più famosi fu quello del “Carbon Coke”.
Fu così che decenni dopo, tra il 1833 e il 1834 Dreher potette andare sull’Isola Britannica a scoprire i segreti della maltazione e , a dir la verità, anche della fermentazione britannica.
Quando tornò nella sua capitale sapeva bene cosa fare e da lì a poco creò lo stile Vienna. Grazie alle tecniche fermentative scoperte in Inghilterra e applicando la maturazione alle più basse temperature possibili.
Tra le altre cose, questa tecnica del “freddo”fu ripresa, nella storia della birra, anche da Groll per la sua Pils nel Birrificio Pilsner Urquell, ancora chiamato in realtà Bürgerliche Brauhause
Nacque così la Vienna una birra che, per decenni, fu di gran moda in buona parte dell’Impero Asburgico, ma anche nel nord Italia e che perse il suo appeal intorno a primi anni del 900’ . Oggi è stata riscoperta e solo pochi birrifici tentano l’arduo compito di produrla.
Noi possiamo berla come introduzione alla stagione autunnale quando abbiamo ancora bisogno di essere rinfrescati, ma le prime avvisaglie di autunno si fanno sentire. E allora cerchiamo lo step successivo alle Hell Weizen o alle Pilsner.
L’articolo su lo stile Vienna finisce qui.
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Questo è proprio un bell’articolo, complimenti Riccardo, veramente interessante!
Grazie!
Well done! 🍻
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