Tanta scelta sì, ma “dammi una bionda”

Tanta scelta sì, ma “dammi una bionda”

Last Updated on Novembre 2023 by Riccardo Francesconi

Un momento storico come questo, pieno di birre artigianali diverse, provenienti da tutto il mondo, non si era mai visto. Spesso le troviamo concentrate in unico pub e non ci resta che perderci nella scelta. Ciò nonostante, in molti dicono “dammi una bionda” e magari la “meno artigianale che hai”.

Non si sa più che birra prendere e allora? Dammi una bionda vai, bella fredda! - dettaglio 8 birre diverse-

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D’altronde, a volte non veniamo ripagati del tempo che spendiamo a scorrere il menù o i frigo pieni di birre.

Credo di parlare a nome di quasi tutti se dico che ci piace poter scegliere. Chi vorrebbe andare in un locale e trovare solo un tipo di birra? O solo un tipo di cocktail o un tipo di panino? Nessuno.

Ma al momento ho notato che a volte

Non si sa più che birra prendere…e allora? “Dammi una bionda!”

Ho estremizzato? Spero di sì. Nel mio caso sì, nel tuo pure, ma voglio spendere due parole per quelli che, giustamente, spesso ordinano una “chiara” o una “birra classica” o ancora una “birra normale” e, a volte, anche la “meno artigianale” perché sono stanchi di pagare cifre eccessive per delle birre che non se lo meritano.

Vediamo i 3 motivi per cui si chiede una birra bionda “normale”, magari la “meno artigianale”.

  1. Consigli sbagliati o superficiali.
  2. La birra non è “in forma”.
  3. Avversione ingiustificata verso la birra artigianale.

1. Consigli sbagliati o superficiali.

Spesso si ordina una birra artigianale alla spina non conoscendo bene su cosa “si casca”. Magari, prima di ordinarla, chiediamo “come è questa birra?” e la risposta è “buona”, il che si traduce in “ok, la prendo”.

Il fatto che chi propone una birra pensa sia “buona”, è un’opinione soggettiva, non è una garanzia che piaccia anche al cliente seduto al tavolo. Magari, lui ha dei gusti completamente diversi da chi propone la birra e, se gli viene portata la miglior I.P.A. esistente sulla faccia della terra, non sarà rilevante dal suo punto di vista. Magari, il cliente in questione ama sentire le dolcezze del malto sulle labbra, come quelle che lascia una Bock e la missione del publican va miseramente a fallire.

2. La birra non è “in forma”.

Alcuni si ritrovano a bere delle birre che, per qualche motivo, non sono “in forma”. Con questo termine intendo delle birre che sono “venute un po’ peggio del solito”, oppure delle birre che, da troppo tempo, sono attaccate alla spina.

Se alla terza volta che un avventore di pub si trova tra le mani una birra artigianale “non in forma”, qualcosa mi dice che bollerà la birra artigianale italiana o estera come “non buona” o come un qualcosa di costoso, ma che per moda, e solo per quello, viene bevuto.

Questo ultimamente avviene sempre meno, per la fortuna di tutti, ma è un qualcosa su cui è bene sempre porre l’attenzione.

3 Non gli piace la birra artigianale.

Per come la vedo io questo punto è solo il frutto delle esperienze fatte con la birra artigianale nei modi spiegati ai punti uno e due. Se così non fosse, spero che quelli a cui arriva il menù, e sanno che la loro birra è la classica bionda “che si trova anche al supermercato”, si ricredano.

D’altronde, anche se la birra si esprime nella semplicità di una Pils, o di qualsiasi altra birra chiara, bisogna ammettere che molto spesso la semplicità va a braccetto con l’eleganza, il gusto e la freschezza. Tutte qualità che, spesso, non si trovano nelle birre “da supermercato”.

Speriamo di sentir dire ben presto: “dammi una bionda…e che sia artigianale”

Mi piaceva iniziare a fare luce su un argomento che, nonostante l’incredibile ascesa della birra artigianale, continua ad essere attuale.

Spero di leggere i commenti di tutti voi. Se ti va iscriviti alla newsletter gratuita per rimanere in contatto con questo blog.

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"Storia della birra - (guida breve)"

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2 replies to Tanta scelta sì, ma “dammi una bionda”

  1. Io credo che sicuramente i primi due punti, come dici, siano fondamentali. C’è però da dire che artigianale non è sinonimo di qualità. Spesso anche fra “nerd” delle birre artigianali si sente dire che certi birrifici potrebbero anche chiudere o magari che fa alcune birre ottime e altre no. Anche io, a volte, preferisco una Forst a certe pils artigianali… Ad ogni modo, non so se è industriale o artigianale ma prenderei la bionda in mezzo alla foto (quella che porta le altre)

    • Credo che sia molto importante anche l’aspetto che hai appena evidenziato Antonio. Purtroppo anch’io preferisco, a volte, birra non artigianale nonostante le mie birre preferite in assoluto lo siano. Artigianale, infatti, non è sinonimo di qualità e di questo aspetto ne parlo in un altro articolo (forse lo dovrei aggiungere come quarto punto anche qui…).
      *Ti ringrazio* per questo commento che fa luce su un aspetto molto importante nonostante il comparto artigianale sia sempre in pieno miglioramento.

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