Last Updated on Maggio 2021 by Riccardo Francesconi
Se pensiamo alla tradizione italiana legata alla birra si può pensare che non sia un granché se paragonata alla tradizione birraria di Germania o Gran Bretagna. Eppure con l’ Italian Grape Ale (I.G.A.) anche l’Italia ha dato un forte contributo alla varietà di stile e alla tradizione birraria.

Si può vivere svariati giorni senza mangiare… ma neanche uno senza bere.
ANDREA MIGLIO
Le Italian Grape Ale sono birre caratterizzate dall’aggiunta di uva, mosto d’uva o sapa che affondano le proprie radici in Italia. Per la diversità che esiste tra loro ci sentiamo di parlare più di una tipologia di birra più che di uno stile vero e proprio con i suoi canoni ben precisi da rispettare, ma ciò non toglie che ci siano delle regole da seguire per produrle.
Le Italian Grape Ale (IGA) da tenere a mente
Il colore di queste birre varia dall’ oro al marrone ed è influenzato dall’uva utilizzata. La schiuma va da bianca a rossiccia. In generale possono avere un carattere selvatico non eccessivo. L’aroma ha il carattere dell’uva che dovrà essere presente con un intensità media. A seconda del tipo d’uva saranno diverse le caratterizzazioni: uva bianca: tropicale, uva rossa: frutti di bosco. Il fruttato comunque può derivare anche dagli esteri del lievito. Sono presenti anche note aspre, ma non sono predominanti, piuttosto vanno a creare freschezza. Non mancano nemmeno note terrose e legnose. La carbonazione è medio-alta, il corpo è solitamente medio. Il luppolo andrà ad accompagnare la bevuta lasciando al carattere dell’uva e all’alcol il compito di ripulire la bevuta. Il grado alcolico solitamente è superiore ai 8%vol.
Il riconoscimento
Ben presto si è creato un dibattito interno, nel nostro paese, nel quale ci si domandava se fosse giusto che uno stile tutto italiano dovesse avere nome inglese. Perché non chiamarle “birre al mosto d’uva?” Ma, l’appellativo, che ha riconosciuto a questa birra il posto nell’olimpo degli stili birrari, è stato determinato dal B.J.C.P. (Beer Judge Certification Program) ente statunitense e inoltre non è detto che queste birre, come dicevamo, siano prodotte sempre con il mosto d’uva.
Il B.J.C.P. ,inserendo le I.G.A. all’interno della sua “Beer Styles Guidelines” (scorri infondo a questa pagina per approfondire) fa salire di un gradino l’importanza del nostro paese all’interno del settore birrario internazionale. Cosa non scontata considerati paesi come la Germania, la Gran Bretagna, l’Irlanda, gli Stati Uniti e il Belgio. Paesi da una più lunga tradizione birraria, abitati da popoli che hanno fondato per secoli, per non dire millenni, la loro cultura e la loro alimentazione proprio sul “nostro” fermentato preferito: la birra
Difficile tenere imbrigliate le Italian Grape Ale
Le Italian Grape Ale (I.G.A.) per la loro versatilità produttiva presentano un grande ventaglio di differenze derivato dal fatto che l’ingrediente uva presenta caratteristiche divere se rossa o bianca caratteristiche che si differenziano a loro volta anche all’interno di queste due macro categorie.
Nonostante la loro denominazione ufficiale del B.J.C.P. , quello delle Italian Grape Ale, è uno stile che si fa fatica ad imbrigliare dentro a dei dettami ben precisi. D’altronde la creatività italiana è famosa in tutto il mondo e queste birre legate al mondo del vino sono diventate sempre più importanti sul nostro stivale risuonando così anche all’estero.
L’ingrediente “uva” può essere aggiunto sotto-forma di pigiato, di mosto d’uva o di frutto e inoltre può essere aggiunto in fase di bollitura, di fermentazione o maturazione. È chiaro, a questo punto, che sotto questo nome si celano birre diverse tra loro, proprio a causa o grazie ai modi con i quali si può lavorare il grappolo. Nonostante ciò, tutte queste birre dal buon tenero alcolico ricordano uno dei prodotti più importanti made in Italy: il vino.
Il primo a produrre questo stile di birra fu Nicola Perra mastro birraio sardo del Birrifcio Barley . Egli decise di utilizzare l’uva sotto-forma di sapa (il mosto d’uva cotto) e caratterizzare così la sua birra con qualcosa che era parte del suo territorio e in generale di tutta Italia.
Un doveroso elenco
Non lo facciamo mai, ma in questo articolo vorrei fare un elenco, non esaustivo, di alcune Italian Grape Ale, nel caso qualcuno non le avesse ancora provate oppure per dare uno spunto con il quale rinfrescarsi la memoria.
Limes Birrificio Birrificio Brùton (uve Vermintino di Maremma)
Limes Rosa Birrificio Brùton (uve Sangiovese)
BB10 Birrificio Barley (uve Cannonau)
BB7 Birrificio Barley (uve Malvasia di Cagliari)
Tibir Birrificio Montegioco (uve Timorasso)
Open Mind Birrificio Montegioco (uve Croatina)
Filo Forte Oro Birrificio Pasturana (uve moscato passito di Stevi)
Samos Birrificio Sagrin (uve Moscato)
Roè Birrificio Sagrin (uve Roero Arneis)
L’Equilibrista Birra del Borgo (uve Sangiovese)
Moscata Birranova (uve Moscato)
Ruffiana Birranova (uve Minutolo)
Sour Sketch Birrificio LoverBeer
I.G.A. Merlot Birrificio Crack (uve Merlot)
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