Last Updated on Novembre 2022 by Riccardo Francesconi
Sono tre i motivi principali che fanno sì che il legame tra i monaci e la birra sia indissolubile e che resista ancora oggi. Come vedrai in fondo all’articolo le regole sono un po’ cambiate, durante la storia della birra, ma la sostanza rimane la stessa.

Mi siedo qui e bevo la mia buona birra Wittenbergische e il regno di Dio viene da sé
Martin Lutero
INDICE
- I tre motivi per cui i monaci e la birra hanno un legame indissolubile
- Perché la birra non è usata dai monaci nel culto religioso?
- Forse non sai che…
I monaci si presero cura dell’arte della birrificazione, studiando e elaborando numerosi metodi per migliorare le loro creazioni. Prove e studi che hanno portato, dopo qualche secolo, alla produzione della birra così come la conosciamo oggi.
I tre motivi per cui i monaci e la birra hanno un legame indissolubile

Non c’è ombra di dubbio che la birra sia stata importante per i monasteri quanto, i monasteri per la birra. Ti elenco tre motivi.
1. I monasteri necessitavano di birra.
Oltre che di loro gradimento, per i monaci, la birra era necessaria per l’alimentazione e non solo. La birra, infatti, era usata sia per il consumo interno, sia per essere venduta al di fuori dei monasteri. In questo modo, i monaci iniziarono ad assicurarsi delle entrate significative che permisero l’abbellimento e l’ampliamento delle loro strutture religiose. Fu quindi di vitale importanza produrre birra di buona qualità in modo che il suo valore fosse ben percepito.
2. I monaci evolvono la birra.
Inoltre, la birra monasteriale era, grazie ai numerosi studi fatti dai monaci, di elevatissima qualità rispetto a quella prodotta dalle massaie e dai locandieri e, di conseguenza, ebbe anche un valore superiore rispetto alle altre produzioni sia nel medioevo che, in generale, per una buona parte della storia della birra.
Per fare un esempio i monaci migliorarono la birra con la maturazione al freddo. Si erano, infatti, resi conto che far maturare la birra a temperature basse la proteggeva da infezioni e per questo si otteneva una birra più pulita e fresca nel gusto.
Sono da attribuire ai monaci i numerosi quaderni che parlano di produzione “moderna” della birra. Quaderni che fecero la fortuna dei primi birrifici nati sul finire del Medioevo stesso.
La birra giovò, per questo, dell’interessamento dei monaci che di fatto l’hanno portata fino a noi.

3. L’introduzione del principe della birra
Infine, quello che per noi è oggi un ingrediente imprescindibile per produrre birra, il luppolo (il principe della birra), fu introdotto proprio all’interno di un monastero, grazie alla monaca Hildegard von Bigen che studiò in modo approfondito questo rampicante. Da lì scaturì la scintilla che fece sì che il luppolo entrasse a far parte in modo costante di ogni produzione birraria. Cosa non da poco, dato che questo ingrediente rese la birra un prodotto moderno che è arrivato fino ai giorni nostri.
Grazie ai monaci, l’avrete capito, la birra si è evoluta e il suo gusto si è affinato. Proprio dagli uomini di chiesa sono state poste le basi per rendere questo fermentato il prodotto che conosciamo oggi e in definitiva renderlo moderno. Tutt’ora la birra monasteriale ha un grande impatto sull’immaginario collettivo. Spesso, se si parla di monaci produttori, si pensa subito al fatto che quella birra sia brassata con grande maestria e attenzione e che sia, in ultima analisi, di elevata qualità. E come dare torto?
Perché la birra non è usata dai monaci nel culto religioso?
È curioso il fatto che, proprio nelle strutture religiose cristiane, sia stata portata avanti l’arte brassicola. Infatti nel vangelo si parla di vino. Gesù trasformò l’acqua in vino ed è il vino che fa parte del culto sacro dell’eucarestia. Senza considerare che per secoli la birra era la bevanda dei barbari, popoli pagani che veneravano numerosi dei. Magari il collegamento, oggi, può sembrare esagerato, ma bere birra era un po’ come partecipare a dei riti pagani.
Forse, però, proprio questo ci fa rendere conto di quanto il fermentato di cereali fosse radicato nella cultura dell’attuale Europa e non solo. La birra, riuscì a tenere testa alle “dicerie” sul suo conto e a far parte, a tutti gli effetti, della vita dei monasteri e entrambe ebbero l’occasione di evolversi insieme.
Forse non sai che…
Le birre monasteriali, ormai da decenni, non hanno, per forza di cose, come birraio un confratello, ma un laico e laici sono anche i suoi aiutanti. Nonostante ciò, quando si parla di birre trappiste, per fare un esempio, si parla di birre nelle quali si cerca di rispettare a pieno la tradizione (se pur innovando) e nelle quali c’è sempre, almeno, il controllo diretto dei monaci trappisti. Con Klosterbrauerei si indicano, invece, i birrifici monasteriali tedeschi. Con questo appellativo si possono chiamare solo quei birrifici che mantengono un forte legame con le loro origini nonostante, anche qui, il mastro birraio e suoi collaboratori non siano necessariamente dei monaci.
Se vuoi approfondire di più la storia della birra ti invito a girovagare per il mio blog e a leggere questa introduzione .
Grandi Monaci!
Eh sì noi “birrofili” dobbiamo molto ai monaci!