Last Updated on Ottobre 2022 by Riccardo Francesconi
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L’Isola Smeraldo affascina con le sue scogliere e le sue verdi distese. Ma, per chi ama la birra il fascino dell’Irlanda risiede in altro: la Dry Stout.

In paradiso non c’è la birra ed è per questo che beviamo qui
Proverbio irlandese
Conosciamo bene lo stile Stout o almeno ci è capitato di notare il logo di uno dei birrifici più famosi al mondo che lo produce. E durante la festa di San Patrizio è facile vedere pinte irlandesi colme di una birra nera sormontata da una schiuma bianca e cremosa.
Quella birra è la Stout una birra emblema d’Irlanda e della festa del suo patrono: San Patrizio, il quale ebbe un ruolo importantissimo nella nascita della birra, come racconto qui.
La Dry Stout da tenere a mente.
È uno stile di birra ad alta fermentazione. Il suo aroma appartiene alle sensazioni di caffè e torrefatto. Ad inizio bevuta c’è qualcosa di cremoso, ma con il centro corsa arriva una lievissima acidità che rinfresca la bevuta e il finale è decisamente secco. L’alcol di attesta intorno 4,3%vol.
La terra d’Irlanda è oggi patria dello stile scuro per eccellenza anche se le sue origini o per meglio dire la sua antenata è stata prodotta a Londra per dissetare i lavoratori dei docks: la Porter.
Dalla ricetta della Porter è nata la Stout che conosciamo oggi, anche se il termine Stout era utilizzato ben prima della nascita della Porter stessa.
Stout significa “forte” e quando una Porter veniva brassata con un aroma più deciso e con un grado alcolico un po’ più elevato era solito denominarla Porter Stout.
Questa “Porter Stout” era molto in voga in Irlanda la quale aveva forti scambi con l’isola vicina dalla quale è presumibile abbia ripreso la ricetta. Non solo, grazie a importanti birrifici, come quello di Guinness, l’Irlanda sviluppò una propria ricetta che è quella con la quale oggi noi individuiamo questo stile di birra.
Nonostante questo passarono alcuni decenni prima che si arrivasse al nome Stout. La birra esisteva già, ma è lecito presupporre che quando Guinness decise di togliere dalla sua etichetta, nel 1840, il termine Porter, fu un vero proprio colpo di scena che recise un legame forte sì, ma che forse non era giusto continuasse ad esistere.
Le declinazioni della Stout
La Stout fu una birra molto apprezzata e conosciuta in tutto il mondo. Presto ebbe a che fare con numerose varianti come quello delle Imperial Stout oppure come quello delle Foreign Stout per non parlare delle Oatmeal Stout e Milk Stout. I primi due nomi sono legati alle esportazioni e entrambe le birre hanno un grado alcolico superiore rispetto alla Dry Stout, soprattutto per quanto riguarda l’Imperial.
Mentre le altre due portavano nel loro significato un qualcosa di corroborante, in alcuni casi anche di medicamentoso. Da birre come queste deriva il detto errato che la birra “fa latte”. Nello specifico la Oatmeal Stout è prodotta anche con avena che rende la birra più cremosa. Mentre la Milk Stout è prodotta con lattosio, uno zucchero che il lievito non riesce a trasformare in alcol. Questo zucchero quindi rimane nella birra finita donandole una spiccata dolcezza.
Due parole sulla spillatura
Il draught dispense system è il sistema di spillatura ideato da Guinness nel 1959. Ne parliamo perché questo sistema di spillatura caratterizza in modo inconfondibile quello che oggi è la Dry Stout nell’immaginario collettivo. Una birra che oltre alle caratteristiche già menzionate è anche liscia o per meglio rendere l’idea smooth. Questo sistema è stato anche riprodotto nella birra in lattina perché il consumatore rimaneva “deluso” della birra non caratterizzata dall’azoto. L’azoto, infatti, è il gas che caratterizza questo sistema di spillatura. È quasi insolubile nel liquido birra e per questo ne deriva una birra con una schiuma cremosa e una struttura, appunto, smooth.
Finisce qui l’articolo sulle Dry Stout. Ti aspetto sulla newsletter di BIRRA for Beginners e con i tuoi commenti.
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